I rischi nell’esercizio della professione del medico veterinario
La nostra professione nel corso degli anni è radicalmente mutata, in particolare nel rapporto cliente-medico veterinario.
Mentre fino ad una ventina di anni fa, il medico veterinario, almeno quello che si occupava del settore zootecnico, era considerato quasi uno di casa nelle aziende agro-zootecniche, apparendo, in termini idilliaci, quasi come il confessore degli allevatori, i quali non osavano fare nulla di diverso dalle perentorie prescrizioni del veterinario, oggi, soprattutto dopo l’avvento del nuovo sistema sanitario nazionale, molti di noi vengono visti come dei burocrati di Stato, pronti a comminare sanzioni, richiami e quant’altro possa infastidire il cliente, seppure a volte questi sia in palese torto.
Nella sfera dei piccoli animali poi sempre di più si incorre in diatribe e/o contenziosi, sia, purtroppo tra colleghi (povera deontologia), sia perché citati in giudizio per maltrattamento di animali (il recente sequestro da parte dell’autorità giudiziaria di un canile ad Olbia in Sardegna ne è un esempio lampante), oppure per richieste di risarcimento danni per interventi professionali che hanno recato danni più o meno importanti all’animale.
A volte capitano però episodi a dir poco strani, come quello in cui una collega si è vista recapitare un “Suo” timbro clonato, utilizzato per apporre lo stesso timbro su un librettino di vaccinazione di cane, privo tra l’altro delle fustelle attestanti il tipo di vaccino utilizzato.
Il timbro era stato usato in Campania, mentre la collega esercita in Brianza. Dopo un tentativo non soddisfacente di risoluzione del caso da parte delle Forze dell’Ordine, la collega si rivolgeva al proprio Ordine di appartenenza per avere delucidazioni sul cosa fare per sventare le possibili truffe a suo nome e, soprattutto la possibilità di essere connivente con chi esercita abusivamente la professione (art. 348 Codice Penale).
E’ chiaro che in questo caso, per risalire alle origini della truffa, occorrerà la sinergia tra il medico-legale veterinario forense e l’avvocato per quanto di sua competenza. Intanto immediatamente va fatta una dettagliata denuncia contro ignoti , insistendo sulla possibilità che qualcuno eserciti abusivamente la professione.
Se per ipotesi verosimile questo qualcuno fosse un praticone, uno che si spaccia per allevatore etc. le operazioni da lui compiute potrebbero incidere negativamente sul benessere animale. Per esempio, vaccinando un cane ad un’età sbagliata o senza aver verificato (in quanto non si hanno le competenze professionali) preventivamente lo stato di salute al momento della vaccinazione (visita clinica accurata, esame copro microscopico preliminare), si potrebbero creare anche danni irreversibili per l’animale stesso.
Prof. Ferdinando Meregaglia
Segretario Melefovet
Pubblicato da: segreteria AIVPA
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(componente del Consiglio DirettivoMELEFOVET dell’AIVPA)in collaborazione con Ferdinando Meregaglia
(Segretario MELEFOVET dell’AIVPA)